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DOMANDE FREQUENTI

Domande? Perplessità? Nessun problema!
E’ perfettamente normale avere dei dubbi su un argomento ed è segno di intelligenza ed interesse tentare di colmare tali lacune in maniera costruttiva.


In questa pagina puoi trovare la risposta alle domande più frequenti che riguardano la nostra attività e i nostri metodi di coltivazione se non trovi risposta alla tua domanda tra quelle elencate di seguito non esitare a contattarci!

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Non possiamo fregiarci dell’etichetta BIO dato che essa è riservata alle coltivazioni classiche a suolo.
I nostri prodotti sono tuttavia privi di pesticidi, diserbanti e qualsiasi altro tipo si sostanza dannosa alla salute.
Utilizziamo solamente nutrienti minerali ed organici di alta qualità accuratamente scelti per essere facilmente assimilabili dalle radici senza provocare inutili stress o gravare la pianta del lavoro di dover scomporre le molecole in forme a lei più assimilabili.
Tutti i nutrienti utilizzati ricalcano ciò che la pianta troverebbe in natura nel terreno sotto di essa ma la formula e il dosaggio completo è ovviamente un segreto.
Utilizziamo un mix di nutrienti sia organici sia sintetici a seconda del contesto.
Un nutriente organico è sicuramente ottimo ma non è necessariamente migliore di uno sintetico. Utilizzare un nutriente organico non è sempre un bene, basti pensare al letame comunemente utilizzato per fornire Azoto alle coltivazioni.
Esso contiene anche alti livelli di Fosforo che rischiano di accumularsi nel terreno se non utilizzati nel corso degli anni causando un serio sbilanciamento dei nutrienti nel terreno nonché un grande rischio di inquinamento del terreno e dei corsi d’acqua adiacenti.
Il nutriente sintetico garantisce una fertilizzazione più curata potendo nutrire la pianta con precise dosi di ogni singolo nutriente di cui essa ha bisogno, evitando dispersioni di nutrienti e sprechi.
Scientificamente la risposta corretta sarebbe “no” e la questione sarebbe archiviata come un mito da sfatare, tuttavia non ci sono studi scientifici accurati in tal ambito che possano dare una risposta certa alla domanda.
La stragrande maggioranza delle ricerche sono state fatte da persone comuni e coltivatori interessati ad ottenere una risposta concreta ma, a questi livelli, nonostante le buone intenzioni è molto facile falsare involontariamente i dati ottenuti per esempio date le molte variabili in gioco rendendo ogni risultato superfluo.
Un nutriente organico inoltre tende a decomporsi molto facilmente scomponendosi nelle stesse identiche sostanze già contenute in un fertilizzate sintetico, cosa assolutamente non negativa in una coltivazione a suolo ma abbasta problematica in un sistema chiuso come l’idroponico dove il suo uso renderà presto l’acqua un covo di batteri non voluti a causa della decomposizione della sostanza, e per ovviare al problema si dovrà effettuare un continuo cambio la soluzione nutritiva con un conseguente inutile spreco di acqua.
L’uso di nutrienti sintetici permette una miglior fertilizzazione senza inutili sprechi, fornendo alla pianta gli stessi nutrienti che troverebbe un un fertilizzante organico ma permettendo al contempo di mantenere un substrato di coltivazione pulito, sterile e libero ad agenti contaminanti. Per cui non vediamo attualmente nessuna motivazione per considerare “inferiore” una delle due categorie di fertilizzati se non per effetto della metodologia con cui si è coltivata la pianta.
La coltivazione in idroponica richiede senza dubbio attenzioni differenti rispetto ad una coltivazione classica, richiede una attenta calibrazione dei nutrienti per evitare carenze o eccessi, richiede una costante controllo dei parametri ambientali, metodologie molto differenti con cui è molto facile sbagliare e gettare al vento settimane di coltivazione.
E’ l’insieme di tutte queste metodologie che garantisce un buon risultato o un risultato mediocre.
Tutti noi abbiamo comprato delle verdure e della frutta coltivata tradizionalmente per poi scoprire che non sapevano di nulla, così come ci sarà capitato di mangiare verdura idroponica senza saperlo e che magari abbiamo trovato buona e gustosa.
Sono due tecniche differenti di coltivazione che necessitano di attenzioni differenti, metodologie differenti e strutture differenti.
Se un prodotto coltivato a suolo o in idroponica non sa di nulla probabilmente la varietà coltivata non è molto aromatica, qualcosa è andato storto (intemperie, clima, siccità) o semplicemente è stato coltivato con metodi errati.
Le sostanze utilizzate in questo genere di coltivazioni possono di primo acchito provocare dei dubbi sulla loro effettiva salubrità.
Azoto Nitrico, Ammoniacale oppure Ossido di Potassio sono nomi altisonanti che possono far allarmare ma in realtà sono sostanze naturalmente presenti sotto varie forme chimiche nel comune terreno ed utilizzate continuamente dalle piante come parte fondamentale della loro nutrizione.
L’azoto ad esempio è una sostanza fondamentale per la crescita della pianta, è normalmente presente in abbondanza nel letame utilizzato per concimare i campi e senza si esso l’interno mondo vegetale morirebbe in pochi giorni.
Non abbiate paura della parola “Acido”, ogni sostanza ha il suo grado di acidità più o meno alto, persino l’acqua ha il suo grado di acidità. Utilizziamo e ingeriamo acidi continuamente, la Vitamina C che tanto ci fa’ bene è in realtà Acido Ascorbico, l’aceto è Acido Acetico, il vino è composto in larga parte da Acido Malico, Acido Tartarico a Acido Citrico e noi stessi siamo composti di Acido Desossiribonucleico comunemente detto DNA.

Tutto il lavoro viene svolto da noi e da noi soltanto, dalle coltivazione al raccolto passando per lo studio dei nutrienti, trattamenti vari come l’essicazione e la distribuzione.
Tutti i nostri prodotti sono stati coltivati e preparati esclusivamente nelle nostre strutture.

Abbiamo scelto di iniziare la nostra avventura coltivando Cannabis Sativa Linnaeus comunemente definita “Cannabis Light”.
Crediamo molto nelle potenzialità benefiche di questa pianta che permetterebbero a molte persone di migliorare la propria qualità della vita con effetti collaterali estremamente inferiori a molte sostanze legalmente acquistabili ovunque.
Ci teniamo a dare il nostro contributo ad attenuare il velo di ignoranza collettiva che ancora oggi permea la comunità verso una pianta che è stata (ed è ancora) ingiustamente discriminata e perseguita per troppi anni.
Certamente! Questo è solo l’inizio ma abbiamo molte idee da attuare per portare l’indoor farming in molti settori dell’agricoltura.

La coltivazione della Canapa Industriale a basso contenuto di THC comunemente detta “Cannabis Light” è stata legalizzata con l’entrata in vigore del decreto 242/2016.
Tutte le nostre infiorescenze corrispondono rigidamente ai requisiti imposti dalla legge, provengono esclusivamente da varietà certificate CE e ogni raccolto viene attentamente analizzato da laboratori specializzati che controllano i valori di THC e CBD e altre variabili come la presenza di muffe o altri agenti patogeni per assicurare una perfetta trasparenza e legalità.

Ovviamente tutte le nostre infiorescenze sono attentamente controllate e analizzate sia durante la crescita sia dopo il raccolto allo scopo di evitare la formazione di muffe, funghi e altri patogeni.
La totale assenza di pesticidi e muffe, l’essicazione lenta a temperatura ambiente e in locali sterili garantisce un aroma intenso e pulito, non inquinato da sostanze esterne.
Purtroppo la legge Italiana attualmente non prevede il consumo umano ma la sola vendita a scopo florovivaistico, un buco legislativo che speriamo venga colmato al più presto.

Assolutamente no, a differenze del THC il CBD NON HA NESSUN EFFETTO SPICOATTIVO ed è ben tollerato dal corpo umano che riesce a tollerarne anche più di 1500mg senza conseguenze.
Il sintomo più comune se avete ecceduto col dosaggio potrebbe essere una eccessiva sonnolenza dovuta da suo effetto sedativo ma nulla più.

I test antidroga ricercano specificatamente il THC e non dovrebbero presentare dei risultati falsi positivi in presenze di CBD.
Il condizionale tuttavia è d’obbligo dato che il prodotto che assumente potrebbe contenere piccole tracce di THC (nel caso delle infiorescenze il limite è <0.6%). 
Questo elemento unito ad altri fattori (altri medicinali e/o test inaccurati) potrebbe far fallire il test antidroga mostrando un risultato falso positivo.
Se dovete essere sottoposti a Test il nostro consiglio è di cessare l’assunzione di CBD nei giorni precedenti all’esame (30gg se volete andare sul sicuro).

Consultate il vostro medico per ogni cambiamento in tal riguardo e non agite di vostra iniziativa eliminando medicinali dalla vostra routine anche se questi dovessero sembrarvi ormai inutili.
Il CBD non è un sostitutivo di alcun farmaco e ogni modifica alla vostra routine farmacologica deve avvenire in presenza del vostro medico di fiducia che sarà ben felice di modificare i vostri farmaci qualora i sintomi lo permettano.

L’agricoltura domestica è un elemento fondamentale dell’esistenza umana che ha accompagnato la sua evoluzione dell’essere umano fino ai giorni nostri. Non c’è nulla di male nel coltivare il proprio orto in tranquillità e a patto di non utilizzare sostanze dannose l’impatto sull’ecosistema sarà bassissimo. La questione è differente invece per quanto riguarda l’agricoltura industriale e su larga scala che grazie alla grande distribuzione rifornisce giornalmente supermercati e ristoranti dove per rispondere al nostro fabbisogno sempre più elevato il settore ha un impatto molto elevato sull’ambiente. Basti pensare alle centinaia e centinaia di chilometri percorsi dai camion per rifornire gli scaffali, all’uso intensivo di pesticidi per assicurare un’ottima produzione o all’utilizzo di sistemi inefficienti di irrigazione.
Questi e molti altri fattori come i cambiamenti climatici sempre più accentuati e la sempre maggiore scarsità d’acqua rendono sempre più inadatta la coltivazione tradizionale e sempre più necessario un cambio di rotta se vogliamo mantenere lo stile di vita attuale anche in futuro.
Essere totalmente ecostenibili e ottenere una produzione di qualità con un impatto ambientale più basso possibile e una fornitura energetica ecologica e indipendente sono nostri fondamentali obiettivi ed ogni nostro sforzo passato, presente e futuro sarà rivolto in tal senso.
E’ un traguardo che richiede tempo e pianificazione specialmente per le piccole realtà ma certamente non impossibile da conquistare.
Abbiamo iniziato questo viaggio sperimentando le coltivazioni Idroponiche per ottimizzare fin da subito il consumo di acqua durante le irrigazioni ma i nostri progetti futuri includo una maggior efficienza e indipendenza energetica sfruttando maggiormente le energie rinnovabili, sistemi ancora più efficaci per la riduzione degli sprechi e il recupero dell’acqua e altri interessanti progetti.
Piacerebbe a tutti che fosse tutta un esagerazione ma purtroppo i segni del cambiamento sono sotto gli occhi di tutti.
Basti pensare a quanto è cambiato il clima dai primi anni 2000 ad oggi, i prossimi vent’anni saranno caratterizzati da cambiamenti ancora più intesi e amplificati che metteranno a dura prova le nostre abitudini e far finta di nulla non risolverà il problema.
Già da tempo nelle regioni del sud Italia esiste una sempre più grave carenza d’acqua e temperature ogni estate più alte, e già da qualche anno possiamo notare come anche al nord l’ambiente che ci circonda sia ogni anno più secco con falde acquifere in calo, livello dei corsi d’acqua al minimo e alcuni pozzi agricoli già in secca e inutilizzabili.
Abbiamo deciso di voler fare qualcosa per evitarlo, dare il nostro contributo anche se piccolo alla creazione di un sistema agricolo che riesca a stare al passo con il cambiamento senza venirne schiacciato inesorabilmente. Siamo coscienti di non essere la soluzione al problema ma siamo felici di fare la nostra parte.

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